Emblema rimasto immutato nei tempi, contrariamente al frenetico avvicendarsi dei "padroni" di Tripi, è il Castello, che a completamento del paesaggio, incorona l’alto e scosceso cono montuoso su cui si inerpica il paese. E’ collocato nel punto più alto (610 m. s.l.m.) del rilievo che funge da spartiacque tra i torrenti Tallarita e Mazzarrà; la sua posizione elevata consente di dominare visivamente la costa tirrenica, da Tindari a Milazzo fino alle montagne più interne, risalendo il corso dei torrenti.
Sulle sue origini non si hanno notizie, o sono incerte; l’unico documento sarebbe uno scritto del 1154, del geografo Idris, che parla della presenza in questo luogo di una fortezza medievale.
Si sa di certo che nella prima metà del 1300 si sono svolte delle azioni militari per il suo possesso e vi soggiornarono, l’ammiraglio Ruggero di Lauria, il re Federico II ed altri personaggi di alto rango fino alla seconda metà del XVII secolo.
Il Castello in seguito non venne più utilizzato perché già in rovina, soltanto durante la seconda guerra mondiale servì, si racconta, come luogo di avvistamento.
Il Castello è delimitato dai resti di una cinta muraria e da rocce che ne costituivano una difesa naturale; vi si accede dal lato sud ,tramite un sentiero tortuoso, che partendo dal paese si inerpica per 100 metri e si ferma davanti ad un varco, creato nelle mura, che fa supporre la presenza, in origine, del portale di accesso. La pianta è irregolare, con una stretta terrazza naturale, su cui si affacciano parti della cinta muraria merlata ed un muro con finestre poste ad intervalli regolari; vicino ad esso sorge anche un bastione cilindrico.
Nel cortile sono presenti anche due cisterne di diversa grandezza: la più piccola è quasi integra in quanto ha mantenuto la copertura con la volta a botte. Ad est, insieme alle tracce del muro perimetrale si nota un bastione quadrangolare, mentre a sud emergono i resti di una torre a pianta rettangolare.
|