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Sono oscure le origini storiche di Saponara: il silenzio degli storici e l'assenza di significative scoperte archeologiche impediscono di far luce sulla formazione e la storia più antica dell'insediamento.
Il convincimento tradizionale che fissa intorno all'anno mille l'origine di Saponara risulta sprovvisto di idonea documentazione anche se non sono mancate segnalazioni di ritrovamenti archeologici mai però approfonditi in modo tale da poterne ricavare elementi di giudizio.
Particolarmente rilevante sembra il ritrovamento di alcuni dischi di colonne fittili nella pianeggiante contrada Baronello: il dato potrebbe essere indicativo della presenza di una villa rustica e del relativo abitato rurale in epoca romana. La tesi tradizionale che fissa intorno all'anno mille la nascita di Saponara ci riporta ad una delle fasi più drammatiche e significative della storia degli insediamenti umani in Sicilia: sotto l'incalzare degli invasori musulmani i bizantini furono costretti a ideare una radicale trasformazione degli insediamenti.
Le città sul mare, infatti, già in decadenza, perdono gran parte della loro importanza e gli insediamenti si spostano verso posizione naturalmente più munite. Il fenomeno è noto come Incastellamento ed ha riguardato anche Saponara; le caratteristiche del castello dimostrano che la struttura fu realizzata intorno ad una posizione naturalmente forte mediante l'aggiunta di modeste e sommarie strutture murarie. Inoltre l'abitato storico, nelle sue componenti, rivela appunto l'intendimento di creare un centro ben difeso, raccolto ai piedi del castello e nascosto verso il mare, in modo da poter organizzare la difesa sia raggiungendo il castello che dileguandosi per i monti all'arrivo degli invasori.
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LA COLLINA DEL CASTELLO
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Il castello domina la valle dall'alto di una collina posta come rocca naturale sul corso del torrente e prima dell'abitato: la presenza di questa posizione per la formazione di un borgo nel Medioevo.
La collina è naturalmente fortificata per gran parte del perimetro grazie alle sue pareti scoscese: soltanto nel pianoro sommitale e sul versante Occidentale sono state eseguite opere di una certa entità. Un muro a secco in pietrame corre lungo il costone della collina lungo circa cento metri.
Il pianoro sommitale è di modesta superficie ed assume la forma di un irregolare poligono piuttosto lungo che largo. Lo spazio interno oggi è quasi spianato e coperto di vegetazione, con poche presenze di ruderi presso l'ingresso. Risulta arduo datare il castello; le fonti storiche non aiutano con notizie di grande rilievo.
Soltanto sul piano delle ipotesi si può pensare che la struttura risalga al periodo delle invasioni arabe: potrebbe infatti trattarsi di uno dei tanti castelli costruiti dai bizantini sui monti per frenare l'avanzata dei musulmani. Ai piedi della collina fortificata, in direzione Schiava si notano i ruderi di una chiesa e di un piccolo edificio annesso.
Si tratta della chiesa di S. Antonio da Padova: la tradizione locale tuttavia identifica in questo luogo la chiesa dell'Ecce Homo ed il monastero dei francescani.
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