Informazioni Utili
Il comune fa parte di: Regione Agraria n. 3 – Alto Fantina e Alto Mela
CAP: 98032
Codice Istat: 083012
Codice Catasto: B918
Frazioni: Rimiti, Misitano sup. ed inf., San Carlo sup. ed inf., Pietra Bianca sup. ed inf., Mitta, Fadarechi, San Pietro e Paolo d'Agrò, Paratore e Rafale
Casalvecchio Siculo, dove l'arte è di casa
Posto a 420 m. sul livello del mare sulle falde del monte Sant'Elia, domina la valle d'Agrò e rappresenta un punto di riferimento per il turismo culturale, artistico architettonico e naturalistico. Il panorama che da esso si gode va dalla cima del'Etna, la costa Ionica e la costa della Calabria nella Stretto di Messina. Il suo territorio è 33,36 Kmq, per questo è ritenuto uno dei paesi più vasti della Sicilia orientale.
Il nome originario del paese era Palachorion , che in greco- bizantino vuol dire Vecchio Casale, secondo quanto attesta un atto aragonese del 1351. Denominazione che, col passare del tempo fu tradotta nella lingua latina "Rus Vetus", "Casale Vetus" e l'attuale Casalvecchio . Dall'inizio dell'età normanna sino al secolo XVIII soffrì sotto la giurisdizione di Savoca. Fu frazione di Santa Teresa di Riva dal 1928 fino al 1939, quando divenne Comune autonomo.
Di particolare rilevanza sono la chiesa Madre, le chiese di S. Teodoro e della SS. Annunziata ( sede di storiche confraternite) e la chiesa dei SS Pietro e Paolo d'Agrò. L'ex monastero dei frati basiliani è stato restaurato e reso fruibile ai cittadini e ai numerosi turisti che visitano tale gioiello di architettura. Tra il XVI e il XVII secolo quel monastero fu un vero e proprio centro culturale oltre che di cristianità: di studi artistici, umanistici e di sperimentazione agricola. L'opera di questi monaci venne a cessare nel 1794, anno in cui si trasferirono a Messina.
Il paesaggio di Casalvecchio è caratterizzato anche dalla presenza dell'albero di gelso perché, fin dai tempi della regina Bianca di Navarra, che regnò in Sicilia dal 1402, si era incrementato l'allevamento del baco da seta, introdotta dai Saraceni, e la foglia di gelso è l'alimento naturale della larva del baco. La massima produzione di bachi da seta si raggiunse nel XIII secolo e cominciò a calare durante la seconda guerra mondiale.
Nella parte bassa del paese sono ancora visibili i segni del passaggio di una comunità ebraica.
Chiesa Madre
Edificata nel XVII secolo e dedicata a Sant'Onofrio fu duramente danneggiata dal terremoto del 1908 che colpì Messina in modo devastante, è stata ricostruita nel 1935. Risale all'impianto originario il portale d'ingresso . L'interno è caratterizzato da un pregevole soffitto ligneo a cassettoni e da un pavimento in pietra di Taormina. Tra le numerose opere d'arte conservate : una pila per l'acqua santa del 1689, una fonte battesimale ottagonale del ‘600, la statua in argento di S.Onofrio, gli altari laterali di S. Sebastiano, S. Michele, del Crocifisso, della Madonna del Carmine, della Sacra Famiglia e L'adorazione dei Magi realizzata dal pittore Gaspare Camarda nel 1622.
La chiesa, durante la seconda guerra mondiale, è stata abbellita da Tore Calabrò (l'autore della Madonna dello Stretto - che qui era sfollato ) con l'aiuto di maestranze locali che funsero anche da modelli.
Museo parrocchiale
Custodisce opere d'arte, paramenti, corredi sacri e attrezzi dell'agricoltura e dall'artigianato antico. Di particolare pregio la bella pala d'altare del 1497 con San Nicolò in cattedra attribuita ad un artista della sua scuola di Antonello da Messina. Vi sono gli arredi sacri tra cui spiccano una Pianeta del XVIII secolo, finemente ricamata e lavorata in oro e corallo, un Ostensorio in argento e un calice finemente cesellato anch'esso in argento di scuola francese del XVII secolo. Vi si trovano pure le testimonianze di un avvenimento rilavante della storia casalvetina come la partecipazione di un nutrito numero di giovani che a Milazzo si unirono ai picciotti di Garibaldi nelle lotte per il Risorgimento italiano.
Chiesa di San Nicolò
La più antica delle chiese filiali del paese ( si celebravano le liturgie già nel 1795) custodisce una tela di san Nicolò di scuola Antonelliana e una statua lignea del ‘500 di sant'Antonio dai Padova.
L'edificio a navata unica è monumento di grande importanza per la storia di questo territorio.
La chiesa infatti, nel 1661 venne offerta ai padri agostiniani di Messina affinché vi fondassero un convento . Nel 1671 questo convento fu dichiarato Casa di Priorato eleggendovi quale primo priore Damiano di Sant'Antonio.
Chiesa della Santissima Annunziata
In stile barocco e ricca di stucchi settecenteschi, la chiesa fu asservita ai monaci basiliani che vi istituirono la confraternita dell'Annunziata, comprende il campanile e rovine del monastero agostiniano.
La festa della fratellanza
Lo storico avvenimento ricorda la fine delle liti tra le confraternite della SS Annunziata e San Teodoro. Oggi gli stendardi delle due confraternite si incontrano sulla piazza antistante la chiesa della madonna della SS Annunziata e concludono le evoluzioni inchinandosi vicendevolmente quale segno della riconquistata amicizia e collaborazione nel portare a compimento i fini della loro esistenza avvenuta già nel XVII secolo. I confrati delegavano, come portatori degli stendardi, i capifamiglia che erano in lite tra di loro, in modo che superassero le loro contese e le famiglie si riappacificassero.
Fontane storiche
L'acqua Ruggia (o Reggia): è la più antica del paese. E' così chiamata perché pare che qui si sia dissetato Ruggero II.
Acqua fontana:: si trova nella parte inferiore del paese. L'acqua sgorga dalla bocca di un mascherone scolpito in pietra locale. Il plesso include un abbeveratoio per animali e un lavatoio antico.
Acqua Panagosto: situata nella frazione di Fadarechi. Da questa fontana sgorga un'acqua particolarmente ricercata per le sue qualità oligominerali.
Sia l'acqua Ruggia che Panagosto sono rivestite in formelle di Ceramica, rappresentanti scene di vita contadina. Entrambe sono completate da abbeveratoi e lavatoi.
Fontana dell'Amore: presso la frazione di San Carlo è anche meta di fedeli di San Pio.
Fiera mercato di San Pietro
Ogni anno, l'ultima domenica di giugno, si tiene, in contrada Cristuri – sul torrente Agrò, in prossimità dell' abbazia- l'antica fiera di San Pietro. E'un mercato che si svolge sin dai tempi più remoti ed infatti un tempo era uno dei più importanti della Sicilia, durava ben undici giorni e si poteva acquistare di tutto, dagli animali ad ogni altro tipo di mercanzia . Attualmente si è notevolmente ridotta ed è molto rinomata soprattutto per la tradizionale carne d'agnello al forno, che può essere degustata sul posto in luoghi appositamente attrezzati dai rinomati macellai locali.
Pizzo Vernà
La più alta cima dei Peloritani ( 1287 m.sul livello del mare) sulla quale si trova un'area demaniale attrezzata di grande interesse turistico. Da questo posto è possibile godere di un incomparabile panorama delle isole eolie.
Le Confraternite
Con il termine confraternita si intende, ai sensi del Canoni del vigente diritto canonico , un'associazione pubblica di fedeli della Chiesa Cattolica e non , che ha come scopo peculiare e caratterizzante l'incremento del culto pubblico, oltre che l'esercizio di opere di carità, di penitenza, di catechesi e la diffusione della cultura.
Il titolo di Arciconfraternita veniva attribuito a quelle confraternite distintesi per pietà ed anzianità.
La confraternita della SS Annunziata è stata istituita nel 1742 ed è un'associazione pubblica di fedeli che ha sede in Casalvecchio in via SS .Annunziata. E' un ente ecclesiastico civilmente riconosciuto con il Regio Decreto n.429 del 10 febbraio 1936. La confraternita non ha scopo di lucro, essa ha come fini principali: la santificazione degli associati, l'esercizio del culto pubblico e la promozione di opere di assistenza in spirito di carità fraterna. Per realizzare tali fini la Confraternita si propone di : promuovere e sviluppare la pratica della vita cristiana e la formazione religiosa dei soci, solennizzare il culto della S.Patrona, essere di valido aiuto al parroco nell'attività religiosa, missionaria e caritativa, promuovere iniziative di carattere educativo, culturale,di assistenza e di accoglienza .
Medesimi scopi ha l'Arciconfraternita di San Teodoro,la quale si presume sia esistente dall'ottobre del 1750, prima data che compare nella "Giuliana", registro ufficiale dei verbali dell'Arciconfraternita.
Gastronomia
I piatti tipici di Casalvecchio sono, naturalmente, legati ai prodotti locali dell'agricoltura e della zootecnia. In particolare la gustosissima salsiccia, maccheroni casarecci al sugo, la "ghiotta di stoccafisso alla messinese " e la focaccia con condimenti vari . Da segnalare, la carne di agnello al forno e la porchetta di maiale nero dei peloritani. Di ottima qualità è la produzione di vino, di olio e salumi confezionati da carne proveniente da allevamenti propri.
Il corpo musicale
L'istituzione della banda musicale e della scuola ad essa collegata, trova origine nel volere onorare i "Picciotti casalvetini" che il 4 aprile del 1860 erano partiti al suono di una fanfara per unirsi a Garibaldi.
Nel 1863 i Casalvetini crearono la Banda musicale cittadina per ricordare l'impresa ed onorare i caduti; tre anni dopo, con Decreto regio, fu confermata come Scuola musicale. Il simbolo mostra una cetra (la musica) ornata da foglie d'alloro (il trionfo) e foglie di quercia (la sacralità).
La Banda musicale una volta rappresentava il più valido ed immediato mezzo di diffusione della cultura musicale. Oggi, grazie alla passione di giovani volenterosi e sotto la spinta di una tradizione familiare consolidata nel tempo, ha raggiunto una rilevante fama nei paesi viciniori ed oltre.
Casalvecchio nella parola
E' il momento più importante, dal punto di vista culturale, della vita di Casalvecchio. Durante la serata vengono recitati versi di poeti locali, siciliani e legati alla letteratura italiana e mondiale. La serata si conclude con la recita di una commedia, scelta tra le più esilaranti della cultura teatrale in vernacolo ed in lingua, animata da attori improvvisati che niente hanno da invidiare a quelli più noti che calcano le scene più rinomate.
Informazioni Urbanistiche:
Distante 39 Km da Messina, 79 Km da Catania e 20 Km da Taormina, Casalvecchio Siculo è un piccolo comune di 976 abitanti distribuito su una superficie di 33,36 Km², posto sui Peloritani Meridionali a 400 mt sul livello del mare, alle falde sud-orientali del Monte Sant'Elia e sovrastante il Torrente Agrò.
Altezza: 420 m.s.l.m.
Popolazione: 1050
Prefisso tel.: 0942
Cap: 98032
DISTANZA DALLE PRINCIPALI CITTA:
Messina: 39 km.
Catania: 79 km.
Taormina: 20 Km.
Palermo: 289
Numeri utili:
Polizia municipale:Piazza dei Caduti tel 0942.761008-761122 fax. 0942.761091
E-mail: municipalecs@virgilio.it
Guardia medica notturna e festiva:
piano Croce, 2
tel.0942.761121
Ambulanza
tel. 118
Carabinieri stazione di S.Alessio
tel. 0942.751000
Farmacia
via S. Onofrio 75
tel 0942.761128
Ufficio postale
via S. Onofrio 81
tel. 0942.798778
Luoghi da visitare:
- Abbazia arabo normanna dei SS. Pierto e Paolo d'Agrò (1172)
- Chiesa S. Onofrio Anacoreta (sec. XVII)
- Museo parrocchiale
- Chiesa barocca SS. Annunziata
- Piazza Vecchia (sec. XVII)
- Centro Storico
- Zona Naturalistica "Piano Vernà"
- Antico frantoio
- Antica fornace
Come Arrivare:
In Auto:da Messina: autostrada A18 uscita Roccalumera, statale 114 direzione Catania a Santa Teresa di Riva; bivio Savoca - Casalvecchio Sp 19 km.5
da Catania: autostrada A18 uscita Taormina, SS 114 direzione Messina a Santa Teresa di Riva; bivio Savoca - Casalvecchio Sp 19 km.5
In Treno:
stazione Santa Teresa di Riva, bus antistante stazione
In Aereo:
aeroporto Bellini CT, asse dei servizi, tangenziale Catania, autostrada ME/CT uscita Taormina, SS 114 dir. Messina a Santa Teresa di Riva bivio Savoca - Casalvecchio Sp 19 km.5.
Amministrazione
Il Sindaco
La Giunta
Il Consiglio Comunale